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I SISTEMI DI PEDAGGIO: FOCUS E PROSPETTIVE


È in atto una revisione delle tariffe autostradali che ha lo scopo di contribuire alla lotta contro l’emissione di gas inquinanti

Un’azienda di trasporti ha due grosse spese che gravano sul bilancio: il carburante e i pedaggi autostradali. Per il primo è ormai notizia nota l’andamento crescente del prezzo, conseguenza dei recenti accadimenti politici internazionali. Sui secondi, invece, gravano in parte la questione climatica e l’obiettivo delle zero emissioni entro il 2050 ed è per questo che ci interessa parlarne in maniera più approfondita.

UN 2023 DI RINCARI

Nonostante il clima generale di incertezza, una cosa è sicura: il 2023 si apre in salita per il mondo dei trasporti. Innanzitutto, la misura del taglio delle accise sui carburanti e, dal primo giorno dell’anno, l’aumento delle tariffe autostradali.

Dopo la tregua che avevamo vissuto dal 2018 (quando, a seguito del crollo del ponte Morandi, il Governo italiano aveva deciso di mettere in atto un adeguamento tariffario che avrebbe frenato i rincari), ecco che, pur in maniera non omogenea per tutte le tratte, il primo gennaio sono scattati gli aumenti.

È stato il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a darne annuncio, precisando che viaggiare in autostrada costerà il 2% in più fino a luglio, quando si aggiungerà un ulteriore 1,34%. Si tratta di un adeguamento a quanto pare necessario, che però in Italia è decisamente molto più contenuto rispetto ad altri Stati dell’Unione Europea. Si parla, infatti, di aumenti delle tariffe stradali anche in Francia, Spagna, Austria e Germania, paese in cui il rincaro è addirittura del 15%.

COSA SUCCEDE IN EUROPA

Oltre a quanto già in atto, però, ci sono in ponte ulteriori modifiche al sistema dei pedaggi. Modifiche che nell’immediato non interesseranno la nostra penisola, ma che è plausibile a breve riguarderanno anche noi.

Nel 2022, infatti, il Parlamento europeo ha approvato nuove norme sui pedaggi autostradali per i mezzi pesanti, da recepire entro il termine dei due anni a venire. In pratica, le tariffe basate sul tempo verranno sostituite da altre calcolate sulla distanza. Questo per andare incontro agli obiettivi di neutralità climatica entro il 2050, passando gradualmente per il traguardo della riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030 .

Tale revisione tariffaria andrà quindi a penalizzare i veicoli più inquinanti che dovranno, in questo modo, coprire i costi della CO2 emessa. Il ricavato dovrebbe servire a finanziare infrastrutture e progetti che contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi climatici stabiliti dagli accordi internazionali.

Non solo: tra le misure proposte c’è anche quella di predisporre per gli autocarri pedaggi stradali variabili a seconda delle prestazioni ambientali del veicolo, ossia in base alle emissioni di CO2 di ogni singolo mezzo. Allo studio le modalità di applicazione pratica di tale direttiva.

Di fatto, le modifiche approvate avranno lo scopo di armonizzare la tariffazione stradale in tutta l’Unione Europea e di allineare tutti gli stati membri nel percorso di raggiungimento del traguardo di emissioni negative dopo il 2050.

Qualunque sia la strada che intraprenderà l’Italia in merito alla revisione dei sistemi di pedaggio è ovvio, comunque, che non potrà prescindere dalle direttive comunitarie. È indispensabile, quindi, restare aggiornati e prendere provvedimenti per non restare schiacciati da aumenti e sanzioni.

 

 

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